#ALIENI / Studio scientifico: il DNA dei mufloni del Giglio è “unico al mondo”

La ricerca internazionale dimostra che quella dell’Isola è un’autentica razza “autoctona” da proteggere e smentisce clamorosamente la tesi del Parco che voleva sterminarla perchè “aliena”

Con il commento del nostro Web Editor: “E ora Sammuri risarcisca i danni”

il BloGo.com>

(con la collaborazione di Amy Bond)

Uno studio scientifico indipendente condotto sulla genetica dei mufloni dell’Isola del Giglio intitolato “Islands as Time Capsules for Genetic Conservation: The Case of the Giglio Island Mouflon”, ovvero “Le isole come capsule temporali per la conservazione della diversità genetica: Il caso del muflone dell’Isola del Giglio” è stato recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Diversity (https://www.mdpi.com/1424-2818/14/8/609)I risultati del lavoro rivelano che i mufloni presenti al Giglio sono una popolazione altrove estinta e da considerarsi a tutti gli effetti “autoctona” avendo mutato nel corso dei decenni di permanenza nell’Isola il loro DNA. Gli scienziati concludono che i mufloni del Giglio hanno un’alta priorità di conservazione e non devono essere eradicati, ma piuttosto salvaguardati in quanto elemento unico di Biodiversità.

Scienziati dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, della Commissione per la sopravvivenza delle specie dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN SSC), dell’Università di Sassari e dell’Università degli Studi di Siena, con la collaborazione del Cabinet Vétérinaire Les Deux Iles Santa Maria Siché, Corse du Sud, hanno lavorato assieme giungendo alla conclusione che i mufloni del Giglio abbiano la potenzialità di risorsa genetica unica nel range di variabilità della specie.

Il muflone tirrenico (Ovis gmelini musimon) è un discendente neolitico del muflone asiatico (O. gmelini), considerato il progenitore delle odierne pecore domestiche. Venne portato circa 7.000 anni fa in Sardegna e Corsica, dove vive e prolifera tuttora, mentre si estinse nell’Europa continentale dove fu reintrodotto dal XVIII secolo, a partire da piccoli gruppi di individui prelevati dal ceppo Sardo-Corso.

Gli scienziati hanno confrontato il DNA dei mufloni Gigliesi con quello di mufloni provenienti da Corsica e Sardegna. Già dai primi risultati sono emerse le peculiarità di questa popolazione. I mufloni del Giglio possiedono varianti genetiche non più presenti nella popolazione sorgente che si è rivelata essere quella Sarda.

Un gruppo di isolani ed amatori del Giglio ha raccolto dei fondi per contribuire al finanziamento dello studio condotto da scienziati indipendenti sulla genetica dei mufloni del Giglio. Nessuno avrebbe mai potuto sperare in un risultato così sorprendente. Nella conclusione della pubblicazione scientifica, gli esperti affermano che: “Questo studio dimostra che la popolazione di mufloni dell’Isola del Giglio ospita diversità genetica non più presente nel ceppo sardo. Come una capsula del tempo, l’isola del Giglio sembra aver conservato una porzione della variabilità del DNA ancestrale del muflone sardo, prelevata dal pool autoctono sardo al momento della traslocazione. I nostri risultati evidenziano la necessità più urgente di interrompere le attività di eradicazione e di concepire contemporaneamente piani di conservazione per preservare ciò che resta di questa risorsa genetica unica. Il recinto originale nel promontorio del Franco potrebbe essere opportunamente ripristinato per consentire il monitoraggio della popolazione, mentre potrebbero essere condotte indagini solide e documentate sull’impatto del muflone all’Isola del Giglio. È importante notare che la strategia di conservazione in situ consentirebbe alle autorità dell’Isola del Giglio di sfruttare la presenza della popolazione locale di mufloni per promuovere la consapevolezza della biodiversità come elemento aggiuntivo dell’economia locale basata sul turismo, trasformando in definitiva la presenza dei mufloni da presunto fastidio ad ulteriore elemento di arricchimento dell’Isola del Giglio”. I mufloni del Giglio rappresentano quindi quel classico tassello che si pensava fosse andato perduto, essenziale per ricostruire cronologicamente gli eventi di separazione che hanno caratterizzato il percorso evolutivo del muflone della Sardegna dal neolitico fino ai giorni nostri.

LA PROSECUZIONE DEL PROGETTO “LIFE LETSGO GIGLIO” CAUSERA’ UN DANNO IRREPARABILE ALLA BIODIVERSITA’

Oggi, la popolazione di mufloni dell’Isola del Giglio è stata erroneamente etichettata dall’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano come specie “aliena invasiva” nel suo progetto “LIFE LetsGo Giglio” e gli individui rimasti verranno traslocati e sterilizzati chirurgicamente o abbattuti, portandoli alla scomparsa. L’Ente Parco non ha fornito studi locali ed indipendenti per esaminare l’importante questione della genetica né a sostegno della sua affermazione che i mufloni rappresentino una minaccia per la Biodiversità nel contesto specifico dell’Isola del Giglio. Il piano di eradicazione ideato ed attuato dell’Ente Parco causerà una perdita irreversibile dal punto di vista della Biodiversità. Ad oggi, al Giglio rimangono pochissimi esemplari di muflone, il cui numero esatto non è ancora stato censito. Da quando nel 2007, il consiglio direttivo dell’Ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano ha deciso di eradicare i mufloni dall’isola, al Giglio sono stati abbattuti circa cento mufloni, con una media di circa 8 abbattimenti all’anno. Con l’attuazione del Progetto “LIFE LetsGo Giglio”, sono stati catturati e traslocati circa 40 mufloni ed alcuni sono stati abbattuti. Sebbene non esista una stima ufficiale delle dimensioni della popolazione dei mufloni del Giglio nel tempo, (antecedente al progetto “LIFE LetsGo Giglio”), le testimonianze aneddotiche suggeriscono un numero che va da un minimo di 25 ad un massimo di 100 individui. Nel progetto “LIFE LetsGo Giglio” ideato dall’Ente Parco, i mufloni del Giglio vengono erroneamente descritti come introdotti a scopo venatorio alla fine degli anni Novanta del secolo scorso. I documenti storici confermano che i mufloni presenti all’Isola del Giglio sono invece la popolazione residua di uno sforzo di conservazione degli anni ’50 che mirava a salvaguardare la specie in un periodo in cui era considerata a rischio di estinzione in Sardegna e Corsica. All’epoca, si stimava che in Sardegna rimanessero solo poche centinaia di mufloni. Il muflone tirrenico è presente nelle isole del Mediterraneo in Corsica ed in Sardegna dove è protetto ed onorato. Nel 1955, il nucleo storico di mufloni, che inizialmente era composto da 7 individui, fu introdotto al Giglio grazie al professor Ugo Baldacci, insieme ad alcuni dei più importanti zoologi italiani dell’epoca tra cui Alessandro Ghigi (tra le altre cose fondò nel 1933 l’istituto che ora si chiama ISPRA), Renzo Videsott (fu Direttore del Parco del Gran Paradiso e nel 1948 fu tra i fondatori del Movimento Italiano per la Protezione della Natura e partecipò anche alla fondazione dell’IUCN) ed Augusto Toschi (grandissimo Naturalista e studioso) e rappresenta una conquista nella storia della conservazione della Natura. Questa piccola popolazione era ospitata in una proprietà privata e recintata sul promontorio del Franco che ancora oggi è caratterizzato da un ambiente simile a quello della Sardegna. Un monumento costituito da una statua in bronzo di un muflone fu eretto sulla cima del Poggio Zuffolone, il più alto del promontorio del Franco, su un piedistallo di granito dove si trova tuttora, a simboleggiare il successo dello storico sforzo di conservazione. Tale progetto iniziato nel 1955, come dimostra lo studio scientifico recentemente pubblicato, è ancora valido ed ha ancora grande significato dal punto di vista non solo storico ma anche conservazionistico. Gli scienziati invitano a cessare immediatamente gli sforzi di cattura e traslocazione, gli abbattimenti e la sterilizzazione chirurgica imposti dall’Ente Parco. I risultati dello studio genetico hanno identificato la popolazione di mufloni dell’Isola del Giglio come elemento di grande priorità per la conservazione ed il numero limitato di individui rimasti ha messo in pericolo questo inestimabile ed unico pool genetico. Le azioni in corso di realizzazione non si sono avvalse di analisi genetiche che ora ci sono: ci auguriamo che l’Ente Parco vorrà farne buon uso e rivalutare le azioni previste. Gli sforzi dovrebbero essere ora concentrati sulla protezione dei pochi esemplari rimasti e sulla salvaguardia di questa straordinaria popolazione superstite.

“E ora il Parco risarcisca i danni”

di Alessandro Baldasserini>

E adesso come la mettiamo? Chi paga i danni (alla Natura, alla Biodiversità e, soprattutto, all’Erario italiano) di un folle e sciagurato progetto? Quali altre panzane sesquipedali ci verranno propinate dagli “esperti” (te li raccomando…) dell’ISPRA, dagli spocchiosi dirigenti della NEMO Srl e – last but not least – dal duo d’avanspettacolo Sammuri-Burlando, Presidente e Direttore del Parco Nazionale Arcipelago Toscano?

Lo avevamo scritto (leggi: #REPORTAGE / Gli “alieni” all’Isola del Giglio (ma non sono i mufloni)in tempi non sospetti: ci sono gli “alieni” all’Isola del Giglio, ma non sono i mufloni. Semmai, il dubbio era se si trattasse di “alieni” o piuttosto di “sciroccati”, anche se una cosa non escludeva automaticamente l’altra, anzi… Mesi e mesi a blaterare di studi ed “evidenze scientifiche” peraltro mai esibiti tranne un opuscolo di poche pagine – redatto dalla NEMO Srl e pagato dal Parco (a proposito: quanto è costato questo “scherzo”?) e spacciato per “ricerca”: salvo poi scoprire – dalle stesse parole di Sammuri in un’intervista a “La Repubblica” – che in realtà un vero studio scientifico sui mufloni del Giglio non era mai stato realizzato, perchè “tanto è universalmente noto che sono una razza aliena e alloctona e dannosa per la biodiversità”.

E, invece, eccolo qua lo studio scientifico che letteralmente sputtana (è l’unico termine adeguato e consono a questa grottesca vicenda) la “compagnia di giro” autoreferenziale, sempre a caccia di accordi e “consulenze”, che vorrebbe insegnare a tutti quanti noi – come una “casta sacerdotale” – come si dovrebbe proteggere l’ambiente… Uno studio confezionato da un gruppo di veri esperti, scienziati di fama internazionale, che meritano di essere citati uno per uno: Mario Barbato (Dipartimento Scienze Animali, Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali Università Cattolica del Sacro Cuore, Piacenza); Marco Masseti (Commissione per la sopravvivenza delle specie dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN SSC), Svizzera, nonché autorevole collaboratore di #GO); Monica Pirastru e Paolo Mereu (Dipartimento di Scienze Biomediche, Università degli Studi di Sassari); Nicolò Colombano (Dipartimento di Medicina Veterinaria, Università di Sassari); Monica Scali e Rita Vignani (Dipartimento di Scienze della Vita, Università degli Studi di Siena).

Quindi, torniamo al punto di partenza: chi paga i danni? Sì, perchè tra una “bufala” e l’altra il progetto “Let’s Go Giglio” (vedi: #AMBIENTE / “Caso Giglio”: ora qualcuno vuol vederci chiaroè costato allo Stato (quindi a noi tutti), euro più euro meno, all’incirca 1 milione di euro: vi sarebbero dunque tutti i presupposti per un esposto alla Procura della Corte dei Conti per “danno erariale”. Chiedere al “collezionista di poltrone” (Parco, Federparchi, IUCN) Sammuri di rassegnare – dopo questa figuraccia mondiale – le dimissioni non sarebbe impossibile, sarebbe inutile…: ma, forse, sarebbe opportuno che al Parco Nazionale Arcipelago Toscano cominciassero a mettere da parte i soldi…

6 commenti

  1. […] …aggiuntivo dell’economia locale basata sul turismo, trasformando in definitiva la presenza dei mufloni da presunto fastidio……aggiuntivo dell’economia locale basata sul turismo, trasformando in definitiva la presenza dei mufloni da presunto fastidio…Read More […]

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  2. […] Con particolare enfasi, il Parco Nazionale Arcipelago Toscano ha divulgato una lettera (pubblicata da Green Report) inviata al Presidente Sammuri in cui un “gruppo di prestigiosi ricercatori” – colti da irrefrenabile desiderio di prendere le sue difese – ribadiscono “l’opportunità della eradicazione dei mufloni dall’Isola del Giglio”, prendendo carta e penna per mettere in dubbio il recente studio scientifico che ne certifica “l’unicità” (vedi: #ALIENI / Studio scientifico: il DNA dei mufloni del Giglio è “unico al mondo”). […]

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